Sredni Vashtar
E Conradin ripetè la sua fervente preghiera…
… per l’ultima volta.
Conradin, dieci anni e poche gioie nella vita. La sua dispotica cugina e tutrice è quasi tutto quello che ha al mondo, a parte se stesso e la sua immaginazione. Le sue monotone giornate fatte di doveri e di compiti hanno un’unica camera di decompressione: il capanno in giardino. Quello è il suo regno che condivide con due altre creature recluse: una gallina, sua unica amica, e un furetto in gabbia, venerato come un dio dal nome esotico, Sredni Vashtar. L’invocazione del bambino alla divinità pelosa è sempre la stessa: fai qualcosa per me! E quando la sua tutrice, insospettita del viavai intorno al capanno, prima allontana la gallina e successivamente decide di recarcisi di persona per controllare che tutto sia in ordine, il magnifico e luminoso furetto, Sredni Vashtar quel “qualcosa”, finalmente lo fa… Unanimemente considerato il capolavoro del genio della composizione breve, il racconto viene oggi omaggiato da Orecchio Acerbo che ne affida il testo all’illustratrice Francesca Pusceddu, la quale ne farà la sua prima pubblicazione editoriale.